I Carmelitani in India

Il primo luogo in cui Carmelitani misero piede nell’India attuale fu la città di Goa, nel 1620. Il primo missionario fu lo spagnolo P. Leandro dell’Annunciazione. Goa era una colonia portoghese e in quegli anni (e fino al 1640) era un possedimento della Monarchia ispanica.

Nel 1630, sotto il titolo di Santa Teresa, fu fondato un Seminario delle Missioni, ma si dovette chiuderlo in breve tempo. Nel 1628 gli Scalzi fondarono nell’isola di Diu. Tali case erano integrate in un’unità amministrativa che l’Ordine chiamava “Vicariato Provinciale di Persia e India”, conosciuta anche come “Missione d’Oriente”.
Nel 1709 le autorità portoghesi donarono le due case Scalze – Goa e Diu – ai Padri dell’Oratorio di San Filippo.

Durante questo periodo, a metà del sec. XVII, gli Scalzi iniziarono a insediarsi nell’India meridionale, nella regione del Malabar. Uno dei primi a conoscere questa realtà fu Mons. Sebastini, che scrisse un libro sulle sue avventure missionarie, intitolato: Prima Speditione all’Indie Orientali, Roma 1666. Quando questa zona passò nelle mani dell’Olanda e cessò di appartenere alla Corona portoghese, la Santa Sede creò i Vicariati Apostolici del Malabar. Nel 1768 la Santa Sede affidò ai Carmelitani Scalzi la Missione del Malabar, e da allora fino ad oggi l’Ordine è rimasto legato a questa regione.

Tali sono le origini dell’attuale espansione del Carmelo Teresiano in India. Oggi oltre il 30% dei frati Carmelitani Scalzi sono originari di questa Nazione. Nell’Archivio conserviamo abbondanti e diversificate informazioni sul passaggio dei nostri missionari nel subcontinente asiatico. Si tratta di una documentazione che tocca ambiti disparati come la teologia, la grammatica, la botanica, il folclore, la cultura… Possiamo affermare che il nostro Archivio custodisce uno dei fondi documentali più importanti per conoscere un po’ meglio la storia dell’India.

 

P. Oscar I. Aparicio

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