Bruciare i boschi è terrorismo, è un delitto cosmico

«Rompiamo l’atteggiamento di ignavia e fatalismo che blocca ogni reazione e diciamo “basta!”. Non più incendi dolosi. Non più logiche finanziarie che deturpano le risorse naturali. Custodiamo la terra». Lo ha scritto nel suo appello ai calabresi Mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, dopo i recenti incendi che stanno devastando gran parte della Calabria. Il presule si rivolge “come fratello” a “voi tutti”, giovani e anziani, consapevole che «bruciamo per il caldo torrido di questa estate arida e bruciamo per i vari fuochi appiccati che hanno già sacrificato la vegetazione spontanea e alcune vite umane. Bruciare i boschi è terrorismo, è un delitto cosmico: gli alberi sono una risorsa da tutelare e rispettare per difendere l’ecosistema di cui siamo parte, senza esserne i padroni», ha scritto Mons. Savino. Il vescovo è severo con “gli incendiari prezzolati”, che «assecondano, forse anche senza consapevolezza, i progetti definiti a tavolino da chi ne trarrà il massimo profitto, incurante della sfigurazione della terra». Quindi chiede a tutti un impegno: «Gridiamo insieme che non accettiamo le logiche speculative subite da chi crede che, per una manciata di euro che entreranno nelle sue tasche, riassestando le sue precarie condizioni economiche, la distruzione delle piante e delle coltivazioni sia la scelta più efficace. Con il fuoco bruciano anche gli ultimi sprazzi di indignazione, di reazione, di speranza di cambiamento: su questo non posso tacere».

 

Agenzia Sir

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