Quel guasto all’aereo e Santa Teresa di Lisieux

È stato l’aiuto di Santa Teresa di Lisieux, la patrona dei missionari, a salvargli la vita. Ne è certo monsignor Erwin Kräutler, da 50 anni missionario in America Latina e per 35 vescovo della diocesi più vasta del Brasile (più estesa dell’Italia), quella di Altamira-Xingu,
Krautler racconta l’incredibile avventura, datata 1983, nel volume “Ho udito il grido dell’Amazzonica” (Editrice Missionaria, 2015). Lui, da sempre in prima linea nella difesa delle popolazioni locali, minacciate dalla deforestazione lungo il Rio delle Amazzoni, nel 1983 era intento nella visita di molte comunità sparse lungo la Transamazzonica. «Là incontrai un popolo schiavizzato, al limite della disperazione».

«In un viaggio tra i villaggi indigeni – ricorda il vescovo – tornando da Tucumã ad Altamira, accadde un fatto che non dimenticherò mai. Prima di imbarcarci a Tucumã, il vescovo-fratello, che è anche pilota, mi disse che aveva fatto la revisione completa del monomotore a Goiânia da poco tempo. Decollammo in direzione di Altamira, che dista circa due ore di volo». Quando l’altimetro indicò cinquemila piedi, cominciarono a sorvolare la fittissima foresta nella regione delle sorgenti del Bacajá, affluente dello Xingu. «Guardavo in basso ammirando la foresta vergine, gli ipês in fiore», continua Krautler. Ma quello non fu un viaggio come gli altri. All’improvviso, il motore prese a perdere colpi, l’elica girava sempre più piano, fino a fermarsi del tutto. «Guardai il pilota: era spaventato, nervoso, pallido. Non parlava! Eravamo a un passo dalla morte. Anche se fossimo sopravvissuti alla caduta, in quella foresta nessuno ci avrebbe più trovato. Ma questa analisi la feci solo in seguito». A quel punto il vescovo, che è missionario della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, invocò Santa Teresa: “Tu sei la patrona dei missionari! Per favore, mostraci adesso quello che sai fare!”. «Per quanto incredibile – rammenta Krautler – dopo tre minuti lunghi un’eternità, il motore tornò a funzionare. Dal profondo del mio cuore dissi: “Grazie, Thérèse! Racconterò questo miracolo ovunque andrò. Non ti dimenticherò mai!”.

L’aereo riprese quota fino a ottomila piedi e, lontano all’orizzonte, apparve il maestoso Xingu con le sue cascate, i laghi e le isole. «Mezz’ora dopo atterravamo sani e salvi – evidenzia il vescovo dell’Amazzonia – raccontammo quello che ci era accaduto in pieno volo. Il meccanico dell’aeroporto aprì il vano motore del piccolo aereo e subito si portò le mani alla testa: “Mio Dio, ma come fate a essere vivi? Il motore ha un guasto tremendo!”. Raggelai, ma subito il mio cuore si riscaldò avevo udito dalla bocca del meccanico la conferma che Thérèse aveva fatto il miracolo!».

 

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