Verso la luce

Sono, la mamma di Marcello.
Ho atteso anni prima che arrivasse questo desideratissimo figlio, poi finalmente è arrivato, ed è una creatura biondissima e bellissima, bambino adorato e felice, ma, purtroppo, solo prestato perché dopo diciotto meravigliosi anni il Signore ha deciso di riprenderselo.
Questo è successo l’8 settembre 1990 in un incidente stradale. Tutto il bello finisce, c’è solo buio, rabbia, dolore, disperazione.
Come si fa a vivere, non ci sono altri figli per cui valga la pena di fare qualcosa, non c’è più niente, non importa più niente.
Passano quattro anni di questa disperazione, sono anni terribili, instabili, devastanti, ho messo a durissima prova il matrimonio, la salute fisica e mentale.
Un giorno arriva una lettera nella quale mi s’invita ad una Santa Messa a Ferrara, per ricordare tutti i ragazzi prematuramente deceduti. Vado accompagnata da il mio sacerdote don Alfredo Pizzi, (che mi è sempre stato vicino e che non ringrazierò mai abbastanza), ed in questa occasione, incredibilmente, inizia la mia rinascita.
Ho conosciuto genitori con i quali potevo condividere i miei pensieri, il mio stato d’animo, la grande fatica della quotidianità, la solitudine, le paure e, parlando ed ascoltando, ho iniziato a capire che solo così insieme si poteva sopportare questo dolore tanto profondo e imparare a convivere con una prova così grande.
Questo è stato l’incontro con i Genitori in Cammino. Con loro ho fatto i primi passi verso la luce, ed intravedere qualche spiraglio di speranza. Una delle cose più belle di quel periodo è stata la mia prima volta in Seminario, accolta da don Mario con la sua dolcezza, la sua grandissima umanità e la sua speciale sensibilità. Poi la prima Santa Messa in Seminario, una delle emozioni più grandi che non dimenticherò mai.
Il Seminario è una seconda casa, è quel luogo dove ognuno di noi è libero di essere sé stesso, nessuno ti critica, nessuno ti giudica, nessuno si incuriosisce, ma scatta la molla della condivisione, dell’ascolto, della solidarietà, del conforto, della consolazione.
Ecco, la consolazione!
Alla prima Santa Messa in Seminario ho pianto tanto, ma sono state le lacrime più dolci e liberatorie della mia vita. Sono tornata a casa diversa.
Dopo tanta solitudine, trovare persone dalle quali ti senti capita, questa consolazione mi è rimasta appiccicata come una seconda pelle, non mi ha più abbandonata, una sensazione sconosciuta ma meravigliosa.
Potersi appoggiare a qualcuno è stata un’illuminazione, non ero più una foglia al vento, ma sapevo esattamente dove andare, come andare e con chi andare.
È iniziato così il mio cammino di fede.
Ora so che il Signore, se io voglio, non mi abbandona mai, se io tendo la mano trovo la Sua che mi aiuta e mi sostiene.
Per tutto questo, e per tanto altro, ringrazio con tantissima gratitudine e riconoscenza don Mario, il gruppo Genitori in Cammino ed i seminaristi perché, ognuno per la loro parte, con la loro presenza costante e sicura sono state delle ancore di salvezza che mi hanno impedito di sprofondare in un qualcosa di non ritorno.
Roberto, mio marito, dopo l’incidente di Marcello si è buttato nel lavoro. Per qualche tempo ha seguito la squadra di calcio del nostro paese, una delle sue grandi passioni, un grande attaccamento durato trentadue anni, poi ha lasciato perché tutto questo non gli dava più niente, per cui è rimasto solo il lavoro, sempre il lavoro.
Quando gli impegni glielo consentono partecipa alle diverse attività del gruppo Genitori in Cammino e quando non può le vive di riflesso, perché gli racconto tutto quello al quale partecipo.
È in “cammino” anche lui, con i suoi tempi, come credo sia giusto.
Ora, a distanza di quattordici anni e mezzo vissuti con tanta fatica, ma con tanto impegno e con tutto l’affetto che c’è fra noi, abbiamo trovato un certo equilibrio e stiamo imparando a convivere in questa situazione di assenza-presenza di Marcello, siamo fiduciosi, non disperati.
L’amore di Dio Padre, ci accompagni e ci protegga insieme ai nostri figli.

Fermenti Cattolici Vivi

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