«San Giovanni della Croce sostiene che per andare incontro a Dio (o meglio, per lasciarsi trovare da Lui) abbiamo bisogno di “tranquillizzare la casa”, ovvero di ordinare la persona. I disordini interiori si manifestano in una sensazione di cecità, stanchezza, sporcizia o debolezza. Per questo di pomeriggio o di sera dobbiamo lasciar andare tutto il trambusto che abbiamo vissuto nel corso della giornata. Il momento del tramonto è anche quello dell’incontro. È questo il senso che hanno anche la preghiera dei vespri e la compieta. Mentre il sole cala, l’uomo lascia il trambusto del suo lavoro, delle sue occupazioni quotidiane, per trovarsi con il Dio che lo aspetta per sedersi a tavola, per condividere la riflessione sulla giornata vissuta insieme» (Padre Javier Soteras).
Il bellissimo tramonto offerto domenica dal Dio sui cieli di Verona e su tutto il nord Italia, con straordinarie “dune di fuoco”, è dovuto ad un fenomeno particolare e raro, che dipende da umidità e flussi dell’aria. “Erano nubi molto alte che stazionavano verso il limiti della stratosfera” spiega Maurizio Maugeri, fisico dell’atmosfera dell’Università di Milano. “Si è creata una condizione particolare dovuta alla diffusione del vapore acqueo per cui la luce del sole al tramonto attraversando i cristallini produceva colori e disegni straordinari simili alle nubi lenticolari che però in genere si presentano separate”. Le nubi lenticolari sono nubi così chiamate per la loro forma a “lente”. Si originano in presenza delle “onde orografiche”, quando un flusso d’aria viene modellato dall’orografia dei rilievi montuosi e genera quindi le tipiche “ondulazioni”.