Una domanda personale, se è possibile: parlando di sé, lei spesso si è definito un peccatore a cui il Signore ha guardato. Le volevo chiedere: quali sono le tentazioni di un Papa, e come spiegherebbe a chi non è credente, a chi non ha il dono della fede, questa esperienza di essere guardato dal Signore? Come la racconta, come la spiega?
Ma la tentazione del Papa sono le tentazioni di qualsiasi persona, di qualsiasi uomo, secondo le debolezze di personalità che il diavolo sempre usa per entrare, che sono l’impazienza, l’egoismo, poi un po’ di pigrizia può andare, ma entrano tutte, tutte. Le tentazioni ci accompagneranno fino all’ultimo momento. I santi sono stati tentati fino all’ultimo momento, e santa Teresa del Gesù Bambino diceva proprio che si deve pregare tanto per i moribondi perché il diavolo scatena una tempesta di tentazioni in quel momento. E anche lei: lei è stata tentata di sfiducia, di mancanza di fede. Secca: secca come una pietra. Ma è riuscita ad affidarsi al Signore, e senza sentire niente, e così ha vinto. E diceva per questo: è importante pregare per i moribondi. “La vita dell’uomo è una milizia sulla terra” dice il libro, uno dei sapienziali [cfr. Giobbe, 7, 1]. E lottare per vincere le tentazioni. Sempre ci accompagneranno. Riguardo a quell’espressione, è un’esperienza quella che io ho avuto, quel 21 settembre [1954] che sono entrato in chiesa. Io ero un giovane praticante ma all’acqua di rose, e ho visto un prete che non conoscevo, mi sono confessato e sono uscito diverso e sono cambiato. E da lì, fino a oggi, il Signore continua a guardarmi con misericordia e a salvarmi. Così vivo la mia esperienza.
Tratto da: “Intervista del Pontefice a Tv2000 e a Radio InBlu – Il senso di un anno”
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