L’obolo di San Pietro

Come tutti sanno, si tratta di un’elemosina che i fedeli cattolici di tutto il mondo offrono al Papa per le sue necessità materiali. L’origine di questa donazione risale alla fine del secolo VIII: in seguito alla loro conversione, gli anglosassoni si sentirono uniti al vescovo di Roma, e perciò decisero di inviare stabilmente un aiuto annuale al Santo Padre. Così nacque il “Denarius Sancti Petri” (Elemosina a San Pietro), che da allora si diffuse in tutto l’orbe cristiano. Nel corso del tempo quest’elemosina passò per molte vicissitudini, finché fu instaurata dal Papa Pio IX con l’Enciclica Saepe venerabilis del 5 agosto 1871, motivata in gran parte dall’unificazione del Regno d’Italia e dalla successiva confisca dei beni ecclesiastici. Ciò che pochi sanno, è che dietro questa donazione c’è la mano e l’idea geniale di un frate carmelitano scalzo. Ci riferiamo a fra Carlo di Ognissanti (Damaso Cesaroli, 1802-1886), che passò parte della sua vita a raccogliere elemosine attraverso l’Europa e altri Paesi, allo scopo di ricostruire col denaro raccolto il grande Santuario e il Convento del Monte Carmelo e l’Ospizio per i pellegrini in Terra Santa.

Ritornato in Italia, abita dapprima a Santa Maria della Vittoria e poi a Santa Maria della Scala in Roma. Vedendo le necessità del Papa e avendo trascorso mezza vita a chiedere elemosine per il Monte Carmelo, decide di organizzare due concerti allo scopo di raccogliere denaro per il successore di Pietro: uno al Campo Pretoriano e l’altro in Campidoglio, ai quali partecipa il grande pianista Franz Liszt, che fra Carlo aveva conosciuto a Parigi. Per questa ragione egli è considerato come il precursore, nell’epoca moderna, dell’obolo di San Pietro. Nell’Archivio conserviamo accuratamente i suoi taccuini di viaggio, nei quali oltre ad annotare le elemosine ricevute per il Monte Carmelo, egli racconta i suoi viaggi in mezza Europa e nelle terre del Medio Oriente. La segnatura è AGOCD, Sezione A, plutei 257 y 258; in essi conserviamo i suoi quaderni di viaggio, materiale prezioso per conoscere la vita e i costumi del secolo XIX attraverso lo sguardo di un frate del Carmelo Scalzo.

 

P. Óscar I. Aparicio
Carmelitani Scalzi

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