La vocazione ad un Carmelo invisibile

Non è un caso se quello tra gli Ordini religiosi che più vive nel nascondimento, l’Ordine della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, oggi per dir così spalanca le porte della sua clausura e fa sentire alta la voce del suo possente silenzio in un mondo che all’apparenza gli è tanto lontano. Non è un caso: questo mondo di oggi, che all’apparenza è tanto lontano dallo spirito del Carmelo, in realtà è orientato ad esso nelle sue necessità più profonde. Perchè se oggi questo mondo deve decidersi su tutta la linea della sua esistenza a lottare ancora una volta soltanto per le risposte ultime, dato che tutte le penultime anno fatto naufragio o ne sono manifestamente minacciate, questo significa in fondo una disposizione al mistero del Carmelo come ultima risorsa – come la risorsa che sussiste ancora nella mancanza di ogni risorsa. Nel Carmelo, il mondo dei nostri giorni trova, prefigurata sul piano della scelta religiosa, tutta la serie delle inesorabili scelte che gli si impongono – trova quella pronta disponibilità, che nulla fa arretrare, davanti ai decreti divini oggi più indecifrabili che mai, una disponibilità che al mondo stesso oggi è così necessaria – trova la possibilità di entrare con fede in ogni notte come in una notte che non è più la sua propria, ma la notte di Dio – nel Carmelo trova che anche la più incomprensibile delle sue sofferenze, offerta all’Eterno Amore, acquista il valore di una partecipazione alla sofferenza redentrice della Croce.

Di qui, è possibile capire che S. Teresa di Gesù Bambino, in senso profondo, per grazia, si presenta come la Santa del tempo nostro, come colei che gli è guida alla santità. La particolarità della nostra situazione si rivela in questo, che lo spirito del Carmelo, una volta accessibile solo alle anime grandi, eroiche, oggi deve mostrarsi come l’estrema risorsa di un intero mondo. In S. Teresa di Gesù Bambino, l’eroica, alta via della sua madre nello spirito, S. Teresa d’Avila, si è fatta l’umile piccola via dell’infanzia, che anche chi ha debole forza può percorrere fino al’estremo inesorabile dono di sé. S. Teresa di Gesù Bambino strappa via la cortina di un quadro nascosto, difficilmente accessibile, e svela il suo segreto al mondo, finanche agli ultimi e ai più piccoli. E’ con lei che le porte del Carmelo cominciano a spalancarsi – si tratta di un’immagine, è chiaro.

La missione di una Santa, però, non è mai conclusa con la sua vita terrena: la sua efficacia va al di là di questi limiti. In Marie Antoinette de Geuser, nome religioso Maria della Santissima Trinità, le porte del Carmelo non si aprono solo allo spirito e in immagine, ma in piena realtà. Offrendo a Dio la vocazione allo stato religioso, il Carmelo visibile, ella ne riceve in cambio la vocazione ad un Carmelo invisibile, da vivere nel mondo. Ella percorre ‘la piccola via che porta a Dio’ senza clausura e senza velo, senza grandi opere e senza eroiche sofferenze, ma la percorre con totale dedizione in rappresentanza di tutto il mondo che è al di là della grata. Su tutte le miserie e le pene dei nostri giorni, si rivela in queste pagine la via nascosta della sua anima, che consuma per Dio e in Dio si compie come alla grande via esemplare della ‘Consummata’.

 

Gertrud von le Fort, Prefazione alle Lettere al Carmelo di Maria della Trinità, in Marco Paolinelli, ‘Stare davanti a Dio per tutti’. Il Carmelo di Edith Stein, Ocd, 2013, 38-40.

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