La stanza della preghiera

Prepara nella tua casa un luogo per la preghiera… un angolo che diventi il tuo rifugio e, quando serve, di battaglia con la preghiera. Basta poco, ma scegli un angolo bello: un tavolino, un tappeto, un’immagine di Gesù e della Madonna, un cero, dei fiori, il Vangelo e la corona del Rosario.

“Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta, chiudi la tua porta e prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà pubblicamente”.

La parola greca usata per “cameretta” è taméion, che si riferisce a un ripostiglio o a una dispensa, una stanza interna o segreta. L’immagine usata da Gesù implica l’essere da soli con Dio.

“Quando pregate – dice loro – non siate come gli ipocriti. Infatti essi amano stare in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle strade e pregano per farsi vedere dalla gente. […] Quando tu vuoi pregare, va’ nel tuo taméion e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto e il Padre tuo che vede nel segreto, ti ascolterà” (Mt 6,5-6).

Chi lo ha capito meglio di tutti è santa Teresa d’Avila che – non per nulla – è riconosciuta da tutti come la più grande maestra di preghiera.

“Per me – scrive, infatti, Teresa – la preghiera non è altro se non un rapporto di amicizia, un trovarsi frequentemente da soli a soli con chi sappiamo che ci ama” (Vita 8,5).

E si capisce, allora, che il taméion è la stanza segreta ed esclusiva del cuore o del castello interiore, “quella nella quale si svolgono le cose di maggiore segretezza tra Dio e l’anima” (Mansioni I 1,3).

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