Benedizione di un vecchio per chi onora la vecchiaia

Benedetti coloro che capiscono le mie mani che tremano e il mio cammino stanco.
Benedetti coloro che parlano con voce alta per risparmiare l’umiliazione della mia sordità.
Benedetto chi finge cortesemente d’ignorare, durante i pasti, ciò che io faccio di scomposto.
Benedetto chi mi offre un sorriso, una parola amabile o un po’ del suo tempo.
Benedetti coloro che sapranno farmi rivivere i bei ricordi del tempo passato.
Benedetti coloro che mi ascoltano con pazienza quando io ripeto le stesse cose o i ricordi della mia lontana giovinezza.
Benedetto colui che mi aiuterà soprattutto quando non l’avrò chiesto.
Benedetti coloro che si accorgono che la mia vista si annebbia e mi porgeranno una mano.
Benedetti coloro che mi compatiranno e non mi faranno sentire il peso del mio pensiero che cammina a rilento.
Benedetti coloro che mi stanno accanto e mi ricordano che sono sempre vivo e interessante, anche se non lo sono.
Benedetto colui che mi dice e mi fa capire che c’è ancora qualcuno che mi ama e mi pensa.
Benedetti quei giovani che non mi grideranno vecchiaccio!
Benedetti tutti voi che busserete alla porta della mia solitudine e per il mio compleanno mi porterete un fiore.
Benedetto chi mi mostra affetto e rispetto e la cui bontà verso di me mi fa pensare alla bontà di Dio.
Benedetto chi scansa le spine sul mio cammino verso l’eternità.
Quando avrò passato la soglia dell’Eternità, mi ricorderò di loro presso Dio il Signore.

 

E. Borra, Il vecchio e la vita, ed. Paoline.

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