È tempo ormai di levarci dal sonno

Nell’immagine osserviamo la Vergine Maria che consegna lo Scapolare a S.Simone Stock, in segno di protezione ed incoraggiamento all’Ordine Carmelitano. Protezione che produce effetto nella sana e costante devozione alla Madre del Carmelo e che ottiene il cosiddetto “privilegio sabatino”, secondo il quale le anime dei devoti portatori dello Scapolare – il primo sabato dopo la morte -sono liberati dal purgatorio per intercessione della Vergine. La comunione con i Santi, celebrati perché in loro Cristo ha regnato come presenza viva, ci invita a festeggiare con la Chiesa trionfante: in modo particolare nelle feste liturgiche come quella odierna; il popolo di Dio è in festa per il ricordo dell’esperienza straordinaria di San Benedetto, patrono d’Italia. Tutte le spiritualità si abbracciano e collaborano nell’attingere ad un comune patrimonio e negli intenti da realizzare. Ognuna, però, con modalità diverse, che rispondono alle molteplici sesibilità ed esigenze della Chiesa, in cui – per dono dello Spirito Santo – vive e si muove una multiforme grazia divina, una ricchezza che lascia intuire la grandezza infinita di Dio… Soffermiamoci sul patrimonio comune, che è la Parola di Dio e sulla comunione fraterna nella e con la quale, la Parola trova accoglienza, “lavoro”, e compimento. Sì, la Parola lavora…

Dalla Regola di San Benedetto: Prima di ogni altra cosa devi chiedere a Dio con insistenti preghiere che egli voglia condurre a termine le opere di bene da te incominciare, perché non debba rattristarsi delle nostre cattivi azioni dopo che si è degnato di chiamarci ad essere suoi figli. In cambio dei suoi doni, gli dobbiamo obbedienza continua. Se non faremo così, egli come padre sdegnato, sarà costretto a diseredare un giorno i suoi figli e, come Signore tremendo, irritato per le nostre colpe, condannerà alla pena eterna quei malvagi che non l’hanno voluto seguire alla gloria.
Destiamoci, dunque, una buona volta al richiamo della Scrittura che dice: E’ tempo ormai di levarci dal sonno (cfr. Rm 13, 11). Apriamo gli occhi alla luce divina, ascoltiamo attentamente la voce ammonitrice che Dio ci rivolge ogni giorno: «Oggi se udite la sua voce non indurite i vostri cuori» (Sal 94, 8). E ancora: «Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese» (Ap 2, 7).
E che cosa dice? Venite, figli, ascoltate, vi insegnerò il timore del Signore. Camminate mentre avete la luce della vita, perché non vi sorprendono le tenebre della morte (cfr. Gv 12, 35).
Il Signore cerca nella moltitudine del popolo il suo operaio e dice: C’è qualcuno che desidera la vita e brama trascorrere giorni felici? (cfr. Sal 33, 13). Se tu all’udire queste parole rispondi: Io lo voglio! Iddio ti dice: Se vuoi possedere la vera e perpetua vita, preserva la lingua dal male e le tue labbra non pronunzino menzogna: fuggi il male e fà il bene: cerca la pace e seguila (cfr. Sal 33, 14-15). E se farete questo, i miei occhi saranno sopra di voi e le mie orecchie saranno attente alle vostre preghiere: prima ancora che mi invochiate dirò: Eccomi. Che cosa vi è di più dolce, carissimi fratelli, di questa voce del Signore che ci invita? Ecco, poiché ci ama, ci mostra il cammino della vita. Perciò, cinti i fianchi di fede e della pratica di opere buone, con la guida del vangelo, inoltriamoci nelle sue vie, per meritare di vedere nel suo regno colui che ci ha chiamati.

Anche nella Regola carmelitana troviamo l’invito a rivestirci di abiti particolari per il pellegrinaggio della vita; [19] I fianchi debbono cingersi col cingolo della castità; il petto deve fortificarsi con pensieri santi, perché sta scritto: il pensiero santo ti renderà incolume. Bisogna indossare la corazza della giustizia, in modo che abbiate ad amare il Signore Dio vostro con tutto il cuore, e con tutta l’anima e con tutta la forza, e il prossimo vostro come voi stessi. In tutte le cose deve impugnarsi lo scudo della fede, per mezzo del quale possiate spegnere tutti i dardi infuocati del maligno: difatti senza la fede è impossibile piacere a Dio. Deve inoltre essere posto sul capo l’elmo della salvezza, affinché attendiate la salvezza dall’unico Salvatore, il quale libererà il suo popolo dai suoi peccati. Infine, la spada dello spirito, che è la Parola di Dio, abiti in abbondanza nella vostra bocca e nei vostri cuori; e tutte le cose che dovete fare, fatele nel nome del Signore.

La Vergine Maria, Patrona del nostro Ordine, sostiene lo sviluppo del carisma carmelitano che giunge a noi e a coloro che incontriamo, attraverso questi canali: la dimensione contemplativa dell’essere umano che si apre al dialogo con Dio – il rispetto e l’amore per i fratelli – la meditazione incessante delle Sacre Scritture – la preghiera corale (comunitaria) e personale durante il giorno – la celebrazione quotidiana dell’eucaristia – il lavoro – l’impegno in un cammino di purificazione personale per poter conseguire, con l’aiuto della grazia, la libertà di ricerca e offerta di sé stessi a Dio – la povertà come condivisione di tutti i beni spirituali e materiali – l’amore per la Chiesa e i credenti – la conformazione della propria volontà con quella di Dio ricercata nella fede con il dialogo e con il discernimento.
A lei ci rivolgiamo con un estratto da un’antica preghiera carmelitana composta nel XV/XVI secolo:

«Oh! Canale purissimo,
attraverso del quale scende dai cieli come rugiada
la parola accesa dallo Spirito Santo
e che infiamma il cuore degli uomini,
come luce interiore.
Fonte e Madre della grazia.
Circondaci con la grazia che ci preserva dalla sconfitta nella lotta».

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E con S. M. Maddalena de’ Pazzi (Rivelazioni e Intelligenze), ringraziamo Dio per avercela donata: “Maria unì Dio all’uomo e il Verbo unisce l’uomo a sé… L’unione che fece Maria fu più grande perché, se non l’avesse fatta, il Verbo non avrebbe fatto l’altra unione con l’uomo: è per l’unione di Maria che l’uomo fu pacificato con Dio e reso capace di ricevere la visione di Dio e la gloria che fin dall’eternità gli era stata preparata.

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