Santi Anna e Gioacchino protettori dell’Ordine Carmelitano

I Santi Anna e Gioacchino, genitori della Vergine Maria, sono protettori dell’Ordine Carmelitano.

Gioacchino e Anna sono, per tradizione, i genitori della B. V. Maria, sebbene sulla loro vita non vi sia nulla di storico e di certo, ma siano solo nominati in uno scritto apocrifo. Nella Sacra Scrittura si narra che la madre del profeta Samuele, Anna, nell’affliggente sterilità che le aveva precluso il privilegio della maternità, si rivolse con ardente preghiera al Signore e fece voto di consacrare al servizio divino il nascituro. Ottenuta la grazia, dopo aver svezzato il piccolo Samuele, lo portò a Silo, dov’era custodita l’arca dell’alleanza e lo affidò al sacerdote Eli dopo averlo offerto al Signore.

Su questa falsariga il Protoevangelo di Giacomo, apocrifo del secondo secolo, traccia la storia di Gioacchino e Anna, genitori della Vergine Maria. Similmente si può trovare traccia di queste miracolose maternità anche in altri passi della Scrittura, come nell’Antico (Giudici 13, 1-7: nascita di Sansone) o nel Nuovo Testamento (Luca 1, 5-25: nascita di Giovanni Battista). Nell’apocrifo sopracitato si narra che la pia sposa di Gioacchino, dopo lunga sterilità, ottenne dal Signore la nascita di una figlia: Maria, che a tre anni portò al Tempio, lasciandovela al servizio divino in adempimento del voto fatto.

Il fondamento storico, probabile pur nella discordante letteratura apocrifa, è comunque falsamente rivestito di elementi secondari, copiati dalla vicenda della madre di Samuele (cfr 1 Samuele 1, 1-28). Mancando nei Vangeli ogni accenno ai genitori della Vergine, non restano che gli scritti apocrifi, nei quali non è impossibile rinvenire, tra i predominanti elementi fantastici, qualche notizia autentica, raccolta da antiche tradizioni orali.

Tra gli scritti che parlano dei due Santi, ricordiamo S. Andrea di Creta, che in uno dei suoi scritti (cfr Discorso, 1), dice che «Gioacchino e Anna erano due coniugi uniti, modesti e sobri, che vivevano nell’osservanza della Legge di Dio e con costanza e amore. Il loro pensiero era quello di onorare e osservare la Legge del Signore ogni giorno, ma la loro gioia era turbata dalla sofferenza della sterilità». Anche Epifania e Gregorio di Nissa elogiarono nei loro scritti questa coppia di coniugi santi. “Dai frutti conoscerete la pianta”, ci dice Gesù nel Vangelo (cfr Luca 9, 43-44; Matteo 12, 33).

Noi conosciamo il fiore e il frutto soavissimo derivato dalla pianta annosa: la Vergine, Immacolata fin dal concepimento, Colei che per divino privilegio fu esente dal peccato di origine per essere poi il tabernacolo vivente del Dio fatto Uomo. Dalla santità del frutto, da Maria, deduciamo la santità dei genitori di lei, Anna e Gioacchino.

“O felice coppia, Gioacchino ed Anna! A voi è debitrice ogni creatura, perché per voi la creatura ha offerto al Creatore il dono più gradito, ossia quella casta madre, che sola era degna del Creatore. Rallegrati Anna, «sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia tu che non hai provato dolori» (Isaia 54, 1). Esulta, o Gioacchino, poiché dalla tua figlia è nato per noi un bimbo, ci è stato dato un figlio, e il nome sarà Angelo di grande consiglio, di salvezza per tutto il mondo, Dio forte (cfr Isaia 9,6). Questo bambino è Dio” (San Giovanni Damasceno, Discorsi 6).

 

Carmelo Sant’Anna

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