Psiche e fede da Abramo a Teresina: pagina da pensare

Alessandro Zaccuri nell’intervista a Massimo Recalcati sul suo “nuovo saggio” Contro il sacrificio” dialoga con l’autore stesso. “Sacrificio” è termine carico di significati e tra questi ovvio il rimando iniziale al pensiero del grande René Girard circa il “capro espiatorio” su cui riversare tutte le colpe del popolo.

Per Recalcati “Psicanalisi e Cristianesimo” hanno un “obiettivo comune… sacrificare il sacrificio” abolendolo per sempre. Zaccuri che ricorda come “il Cristianesimo non può fare a meno della Croce”. Recalcati replica che proprio “la Croce è per l’appunto il luogo in cui il sacrificio viene superato una volta per tutte”. Una intuizione preziosa, e non solo per Zaccuri, fino dalle fonti: anche il passo del Genesi (c. 22) mostra che il Dio di Abramo non vuole più il sacrificio del figlio Isacco, al contrario di tutte o quasi le religioni antiche. Basterà ricordare Agamennone e Ifigenia e tante altre grandi e suggestive leggende, e prendere atto che quella pagina biblica indica la fine dei sacrifici umani. Anzi, come ricorda Agostino: “Quello che Dio non ha chiesto ad Abramo lo ha fatto Lui per noi, offrendo il Figlio suo sul legno e sul monte”! Identificare la fede cristiana e il sacrificio comporta un’idea errata di Dio stesso.

E qui mi torna caro ricordare come Teresa di Lisieux, indicata da Benedetto XVI (6/4/2011) come “maestra dei teologi”, proprio su questo ha fatto la sua scelta totale: non si è offerta alla Giustizia vendicatrice di Dio, come dicevano i canoni del Carmelo francese del suo tempo, più “berulliano” che “teresiano”, ma all’Amore Misericordioso, che alla luce del Golgota e del Sepolcro vuoto è l’essenza del Vangelo di Gesù Cristo, “figlio” di tante generazioni, ma “Figlio” unico nel quale tutti siamo chiamati non a sacrificarci, ma a lasciarci amare da Dio e a riversare l’amore ricevuto su tutti i fratelli.

 

Gianni Gennari
Avvenire
5.12.2017

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