Papa Francesco regala a Trump un libro “per la cura della nostra casa comune”

Papa Francesco ha regalato a Donald Trump tre libri che trattano, sono le sue parole, “i temi della famiglia, la gioia del Vangelo, e la cura della nostra casa comune che è l’ambiente”. Quest’ultimo è il regalo più carico di una valenza politica. Papa Bergoglio ha ripreso la tradizione francescana del Cantico delle Creature per caratterizzarsi come il pontefice più ambientalista della storia (l’enciclica).

La Chiesa è decisamente schierata per il rispetto degli accordi di Parigi sul cambiamento climatico. Il presidente americano in campagna elettorale denunciò quegli accordi e sposò invece le tesi negazioniste che da anni sono il credo della destra americana, ben foraggiate dalla lobby petrolifera. Trump arrivò a dire che il cambiamento climatico sarebbe “una bufala inventata dai cinesi per rovinare l’industria americana”.

Alla vigilia di questo suo primo viaggio all’estero, Trump ha accennato ad una vaga disponibilità a ricredersi. Poco prima di partire da Washington ha detto, sull’accordo di Parigi, che “ascolterà quel che gli europei avranno da dirgli”. Si riferiva al G7 di Taormina evidentemente, dove il tema è all’ordine del giorno.

Papa Francesco ha bruciato i tempi e lo ha anticipato. È possibile che anche sul clima Trump faccia qualche giravolta, come su tanti altri temi. L’incontro in Vaticano per lui è stato un successo d’immagine, ha cancellato il ricordo degli scambi infuocati che ebbe con il papa in campagna elettorale. È nello stile del personaggio, che già si è rinnegato su altri temi come la Nato, prima vituperata e poi rivalutata. Non bisogna illudersi sulla sostanza, però. Quand’anche Trump dovesse decidere di non strappare formalmente gli accordi di Parigi – firmati da un vasto arco di nazioni inclusa la Cina – le sue azioni da quando è alla Casa Bianca sono la demolizione sistematica delle politiche ambientaliste di Barack Obama.

Sui limiti delle emissioni carboniche imposti dal suo predecessore alle auto e alle centrali elettriche questa Amministrazione ha già fatto marcia indietro. Ha autorizzato trivellazioni in aree naturali protette. Ha autorizzato la costruzione di grandi oleodotti che Obama aveva vietato. Ha messo a capo dell’authority federale per l’ambiente (Environmental Protection Agency) un politico che ha fatto la sua carriera al servizio dei petrolieri. Ha tagliato i fondi alla ricerca, inclusi perfino i satelliti meteorologici. Queste sono scelte che contano e che rimangono, al di là delle parole formali su Parigi.

 

Repubblica.it

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