Ogni bambino è perfetto

Courtney Baker, giovane mamma americana, scrive al medico: «Sono venuta da te durante il periodo più difficile della mia vita. Ero terrorizzata, ansiosa, nella disperazione più totale. Non sapevo ancora la verità sulla mia bambina, perciò cercavo di saperla da te. Invece di supporto e incoraggiamento, mi hai suggerito di abortire. Ti ho detto il suo nome e mi hai chiesto ancora una volta se avessimo capito quanto si sarebbe abbassata la qualità della nostra vita con una figlia con la sindrome di down. Ci hai suggerito di riconsiderare la nostra decisione di portare avanti la gravidanza. Da quella prima visita abbiamo iniziato a temere gli appuntamenti. Il periodo più difficile della mia vita è stato reso quasi invivibile perché tu non mi hai mai detto la verità: la mia bambina era perfetta. Non sono arrabbiata. Non sono amareggiata. Sono soltanto triste. Sono triste per il fatto che ti sbagliavi così tanto nel dire che un bambino con la sindrome di down potesse abbassare la qualità della nostra vita. E ho il cuore spezzato al pensiero che tu possa dirlo anche oggi ad un’altra mamma. Ma soprattutto sono triste per il fatto che non avrai mai il privilegio di conoscere mia figlia, Emersyn. Perché, vedi, Emersyn non solo ha migliorato la qualità della nostra vita, ma ha toccato il cuore di centinaia di persone. Ci ha dato una determinazione e una gioia che sono impossibili da descrivere. Ci ha donato i sorrisi più grandi, le risate, i baci più dolci che io abbia mai ricevuto. Ci ha aperto gli occhi alla vera bellezza e all’amore puro. Prego che anche tu riesca a vedere la bellezza e l’amore puro in ogni ecografia e che quando vedrai il prossimo bambino con la sindrome di down dolcemente coccolato nell’utero di sua madre, tu possa guardare quella donna, ricordarti di me e dirle: “Il tuo bambino è assolutamente perfetto”».

Huffington Post

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