L’Islam alla luce della fede cristiana

da L’islam alla luce della fede cristiana
Henri de Saint-Bon,
Salvator, Parigi, 2016

Henri de Saint-Bon, francese nato in Marocco, ha dato alle stampe un bel libro in cui con grande semplicità confronta gli insegnamenti elementari della visione di fede cattolica e di quella musulmana. Al termine di ogni capitolo tematico, presenta una tabella che in breve riassume i termini del confronto. Avendo apprezzato queste tabelle, non tanto per la profondità nella formulazione del dato di fede ma per la capacità di mostrare le differenze tra le due visioni, abbiamo pensato di offrirvele come prima approccio alla reciproca conoscenza.

 

I- La creazione, l’amore

Visione cattolica Visione musulmana
Dio crea ogni cosa e crea l’uomo al culmine della Creazione. Dio crea ogni cosa per l’uomo.
Crea l’universo a partire dal nulla. La domanda se Dio abbia creato l’universo a partire dal nulla o a partire del caos originario appartiene a Dio: il musulmano non se la pone.
Crea l’universo in sei giorni e si riposa il settimo giorno, cioè in quel giorno affida la Creazione all’uomo. Dio crea l’universo in sei giorni senza fatica né bisogno di riposo. La nozione del settimo giorno non compare nella dottrina islamica.
Dio crea l’uomo a sua immagine e somiglianza. Dio crea l’uomo perché lo adori e “non c’è nulla che somigli a Dio” (Corano 42, 11).
Crea l’uomo e la donna, uguali in quanto persone e complementari in quanto maschio e femmina. Crea l’uomo e poi crea la donna a partire dall’uomo ma con un grado inferiore rispetto a quello dell’uomo.
Creando l’universo, Dio ancora la sua opera nella storia degli uomini. Tutto è creato da Dio all’inizio in una sola volta per sempre.
La Creazione si evolve e continuerà sino alla fine dei tempi. La storia nel tempo è essenziale. Crea una volta per tutte. Alla fine dei sei giorni, la Creazione è completata. La storia nel tempo non apporta nulla, non conta. Tutto è dato sin dall’inizio.
La Creazione non è conclusa; essa è in corso e l’uomo è co-creatore. L’uomo è il gestore, il supplente di Dio sulla terra.
Dio crea l’universo e l’uomo per amore e con un disegno: che l’uomo sia divinizzato e perciò Dio prende la condizione umana. Dio non ha un disegno ma non si disinteressa della sua Creazione “il cui fine è serio”. Questa Creazione non è per lui né un incidente o effetto di un caso né un divertimento.
Dio ha voluto contare sull’uomo per portare a compimento la Creazione. “Dio è sufficiente a se stesso” (numerosi versetti del Corano) e Dio può fare a meno dell’uomo.
Dio crea solo il bene, il male è il risultato della caduta degli angeli. Dio crea il bene e può essere indotto a voler creare il male per mettere alla prova l’uomo (Corano 13, 11; 21, 35).

 

II- Unicità e unità di Dio

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Dio è essenzialmente Amore; si incarna ed è uno e trino. È trascendente ed immanente Dio è inaccessibile e impenetrabile. È totalmente trascendente.
Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo. Dio non è né Padre, né Figlio, né Santo Spirito. Queste realtà sono contrarie al credo del musulmano.
Dio è al di sopra ma anche nell’uomo: siamo in un sistema di inabitazioni. Dio è solamente: siamo in un sistema di coabitazione.
“Dio esiste, io l’ho incontrato”. Dio esiste.
Dio è un essere di relazione che si comunica. Dio è un essere solitario.
Dio va verso l’uomo. Si fa uomo. L’uomo deve andare verso Dio.
Unicità e unità di Dio: Dio è unico ed uno.

È uno e trinitario.

Solo unicità di Dio. Dio è unico.

 

III- La parola di Dio

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La parola di Dio è Dio e essa si è incarnata in Cristo. La parola di Dio non è Dio ma essa emana da Dio.
Essa è in primo luogo orale. Da tutta l’eternità, essa è scritta sulla tavola custodita dagli angeli in cielo (umm al kitâb)
Se Dio ne è l’autore, l’uomo, che è co-creatore, ne è le redattore. Partecipa alla Parola. Essa è opera di Dio solo che è sufficiente a se stesso.
Essa è esplicitata e interpretata dal magistero della Chiesa. Essa è conclusa e fissata in modo definitivo. Essa non può essere modificata né evolvere.
Essa forma un tutto coerente. Essa contiene dei versetti abroganti e dei versetti abrogati così come dei versetti contraddittori.
Essa è al contempo consegnata in forma scritta nella santa Scrittura per mezzo di autori sacri sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, perpetuata dalla santa Tradizione e interpretata attraverso i secoli dal magistero della Chiesa. Scrittura, Tradizione e Magistero sono inseparabili gli uni degli altri.  

 

Essa è consegnata nel Corano che basta a se stesso.

Essa è una Parola viva che nutre il fedele:

“L’uomo non vive solo di pane ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4)

 

Essa è un testo definitivo che guida il fedele.

I testi sacri sono definiti dalla Chiesa che li considera scritti “sotto l’ispirazione dello Spirito Santo”.  

Non esiste un’autorità spirituale universale che fissi i testi sacri.

 

IV- Misericordia e grazia di Dio, libertà e predestinazione

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Dio è misericordioso e accorda la sua misericordia a coloro che domanda il perdono per i suoi peccati e se ne pente. Dio è misericordioso e accorda il suo perdono a chi vuole.
Il peccatore sa che sarà perdonato se si confessa e domanda perdono a Dio. Il peccatore non sa se sarà perdonato.
L’uomo è creato totalmente libero e Dio rispetta la sua libertà.

È predestinato a condividere la gloria di Cristo nell’eternità. È stato eletto da Dio a questo fine.

L’uomo è predestinato ad andare o in Cielo o all’inferno.

Sottomesso a Dio, è fatalista.

L’uomo decide, con la sua fede e i suoi atti, il suo proprio destino nell’eternità. Dio decide del destino di ognuno nell’eternità.
L’uomo è in una relazione padre/figlio con Dio. L’uomo è in una relazione sovrano/vassallo o signore/servo con Dio.
L’uomo benefica della grazia che Dio gli accorda in permanenza per ritornare al suo stato di figlio di Dio, per essere giustificato. La nozione di giustificazione dell’uomo non ha alcun senso nell’islam

 

V- Il peccato, il perdono

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Il peccato è contrario alla volontà di Dio e al suo Amore. È un abuso della libertà data da Dio all’uomo: si situa nella relazione uomo/Dio. Il peccato è un’infrazione, una trasgressione della legge islamica, è un atto illecito: si situa nella relazione uomo/società, nell’ambito giuridico.
Il peccato indebolisce o rompe la relazione tra l’uomo e Dio fondata sull’Amore. Corrompe la vita e la Creazione. Il peccato indebolisce o rompe la relazione tra l’uomo e la società o la comunità musulmana.
Il peccato offende Dio. Il peccato è un’ingratitudine verso Dio ma Dio non ne è offeso perché il peccatore non nuoce a Dio ma solo a se stesso e ciò è tutto. Dio è indifferente al peccato dell’uomo.
Il peccato individuale coinvolge tutta l’umanità. Il peccato individuale riguarda solo il peccatore: “Nessuno porta i pesi degli altri”.
Il peccato mette a rischio l’eternità del peccatore. Il peccato non ha conseguenze per l’eternità.
Si distingue tra peccati veniali e mortali. Si distingue tra i peccati dei sensi e peccato dell’anima.
Dio perdona a chi va a lui domandandogli umilmente e sinceramente perdono. Dio perdona a chi vuole.
Ogni peccato è cancellato dal sacramento della riconciliazione. Il peccato “dei sensi” può essere cancellato dalle buone azioni.
Ogni peccato è perdonabile da Dio e per ogni peccato c’è misericordia. Tuttavia Dio non può perdonare il -peccato contro lo Spirito- che è il rifiuto cosciente da parte del peccatore di essere perdonato da Dio. Il peccato dell’associazionismo (shirk) non è perdonabile e Dio non lo perdona mai.
Il perdono è concesso se il peccatore lo domanda a Dio. Il perdono non può essere ottenuto in anticipo; solo nel giorno del giudizio finale il peccatore saprà se il perdono gli è stato concesso da Dio.
Il prete assolve il peccato a nome di Dio che solo ha il potere di perdonare. Se solo Dio perdona i peccati, allora nessun membro del clero può agire in suo nome. Il sacramento della riconciliazione non è concepibile.
Il peccato è vinto dalla redenzione che ristabilisce la relazione tra l’uomo e Dio. Questa affermazione non ha alcun senso nell’Islam.
La fede cristiana proclama la realtà del peccato originale che è uno stato contratto e non un atto commesso. L’uomo lo eredita. Questo peccato è cancellato dal sacramento del battesimo. La nozione di peccato originale non ha alcun senso nell’Islam. Nessuno è peccatore per natura.
Adamo ed Eva simbolizzano l’umanità e ognuno di noi nell’inclinazione al peccato. Adamo è un profeta che commette un peccato che riguarda solo se stesso.

 

VI- Il profetismo, i profeti

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Il profeta è un messaggero, un interprete della Parola di Dio. Ha un ruolo attivo. Il profeta è un messaggero che porta un messaggio divino. Ha un ruolo passivo.
Soprattutto, annuncia la venuta di un messia; ha dunque una dimensione messianica. È un modello da seguire.
È “ispirato”. Il principio dell’ispirazione non ha alcun senso.
È ancorato al suo tempo e al suo spazio. Tutto il Corano è disconnesso dal tempo e dallo spazio e per i profeti non c’è né cronologia né indicazione di luogo.
Il profetismo si iscrive nella Rivelazione che è progressiva. La rivelazione di Dio è stata fatta sin dall’inizio dell’umanità nel contesto di un patto. Non è stata progressiva.
La Rivelazione si compie in Gesù Cristo ed il profetismo termina con Giovanni Battista che è l’ultimo dei profeti. Non è pensabile che Gesù abbia potuto annunciare la venuta di un profeta dopo di lui. Il profetismo termina con Maometto che è l’ultimo profeta e la cui venuta è stata annunciata da Gesù Cristo.
Gesù non è un profeta: è il messia annunciato dai profeti. Gesù è un profeta: è colui che ha ricevuto da Gabriele il Vangelo a favore del popolo ebraico.
Ogni profeta parla al popolo ebraico ma, attraverso di esso, a tutta l’umanità. Ogni profeta trasmette al suo proprio popolo nella sua lingua il messaggio divino. Solo Maometto, tra tutti i profeti, ha una missione universale.
Il profetismo si colloca nella prospettiva della storia della salvezza. Ciò non ha alcun significato nell’islam.

 

VII- La rivelazione

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Dio rivela la sua esistenza, la sua essenza trinitaria e il suo disegno di salvezza. Dio rivela la sua legge.
Questa rivelazione è stata progressiva, di età in età. Si iscrive nella storia della salvezza. Questa rivelazione è stata fatta una volta per tutte, sin dall’inizio dell’umanità. È stata ritrasmessa molte volte in modo discontinuo.
La rivelazione è radicata nel tempo e nello spazio. È disconnessa dal tempo e dallo spazio.
Si compie in maniera definitiva con Cristo. Dopo di lui non c’è stato prolungamento. È stata trasmessa di nuovo a Maometto, seicento anni dopo Cristo.
La legge divina rivelata è la legge dell’amore. La legge divina rivelata è il Corano.

 

VIII- L’alleanza, il patto

Visione giudeo-cristiana Visione musulmana
L’Alleanza è una iniziativa di Dio, segno del suo amore e della sua volontà di salvare tutti gli uomini. Essa ha un fine. Il Patto (mithaq) è un dato che non ha particolari scopi. Giustifica la fitra
Nella sua fedeltà, Dio rinnova l’Alleanza continuamente nel corso della storia degli uomini. Essa progredisce attraverso più tappe. Questo patto è stato concluso una volta per tutte, all’inizio della storia degli uomini.
Conviene distinguere l’antica alleanza, concretizzata dalla legge data a Mosè, e la nuova, concretizzata dalla legge dell’amore segnata con il sacrificio cruento di Cristo sulla Croce. Questa distinzione non ha alcun senso nell’islam.

 

IX- Abraham/Ibrahim

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Abramo non è un profeta perché non annuncia la venuta del Messia, ma è un patriarca che la prepara. Ibrahim è un profeta poiché ha ricevuto da Dio e ha trasmesso il messaggio da sempre iscritto sulla tavola custodita dagli angeli in cielo.
Non ha scritto nulla. Non ha scritto ma ha ricevuto questo messaggio che, poi, sono stati raccolti ne I fogli di Ibrahim
È all’inizio della storia della salvezza. Questa affermazione non ha senso per i musulmani perché nell’islam non c’è un disegno di salvezza dalla parte di Dio.
Riceve una promessa da parte di Dio. Non ci sono nemmeno promesse di salvezza dalla parte di Dio.
È l’uomo mediante il quale Dio fa alleanza con il popolo eletto. È il padre del monoteismo. Non c’è alleanza tra Dio e lui. La nozione biblica d’alleanza non esiste nell’islam.
È un personaggio storico ben inserito nel tempo e nello spazio. Non è inserito nel tempo, al pari di tutti i profeti. È situato nello spazio ed è all’origine della nascita de La Mecca.
Genera Isacco considerato il padre degli Ebrei e ha sposato Sara. Con Agar, una delle sue serve, genera Ismaele considerato il padre degli Arabi.
Per sottomissione all’ordine di Dio, accetta di sacrificare il suo figlio Isacco. Accetta per sottomissione all’ordine di Dio di sacrificare il suo figlio Ismaele. Questo sacrificio è commemorato annualmente con lo aĩd-al-adha.
Il sacrificio del suo figlio Isacco prefigura Dio Padre che offre in sacrificio il suo Figlio Gesù-Cristo sulla Croce per salvare gli uomini dai peccati e trionfare sulla morte. Anche questa affermazione non ha alcun senso per i musulmani perché Gesù non è Dio e non deve salvare il mondo.

 

XI- Gesù Cristo/Issa Ibn Maryam

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Gesù non è un profeta. Issa è un profeta.
Gesù è Dio. Issa non è Dio.
Gesù è il figlio di Dio. Questa affermazione non ha alcun senso per l’islam.
Gesù è morto sulla Croce. Una specie di sosia si è sostituito a Issa sulla Croce.
Gesù è già risuscitato. É vivo. Issa risusciterà nell’ultimo giorno. È morto.
Gesù è situato nel tempo e nello spazio. Non c’è alcuna indicazione di data né di luogo.
Gesù è il Messia, il salvatore del mondo. Issa ha talvolta la qualifica di messia senza alcun significato particolare.

 

XII- Maria/Maryam

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I Vangeli parlano poco di Maria Il Corano cita Maryam molto spesso.
Maria è stata concepita senza peccato. Maryam è semplicemente quella che “Dio ha scelto tra le donne del mondo e purificato” (3,42).
Maria ha concepito Gesù per l’azione dello Spirito Santo che è Dio. Maryam ha concepito Issa per opere di uno spirito sotto forma di essere umano perfetto senza difetti corporei ma che non è Dio.
Maria è la madre di Dio. Questa affermazione non ha alcun senso nell’islam.
Il corpo di Maria è salito in cielo alla fine della sua vita terrestre. Questa affermazione non ha alcun senso nell’islam.
Maria è madre della Chiesa. Maryam non ha alcun ruolo particolare nella Umma.
Maryam è considerata come una delle tre persone della Trinità dei cristiani.

 

XIII- La tradizione

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La tradizione cristiana ha origine in Dio Padre. La tradizione musulmana ha origine in Maometto.
Essa ha lo scopo di trasmettere la buona notizia della salvezza e il comandamento di Cristo di amarsi gli uni gli altri come Dio ci ha amati.

Essa trasmette un Amore.

Essa ha lo scopo di trasmettere i suoi atteggiamenti, azioni, gesti e detti.
La fede del cristiano s’appoggia su di essa. Su di essa viene interpretato il Corano e precisata la legge islamica.
I suoi fondamenti storici sono accertati. I suoi fondamenti storici dipendono da molti criteri.
Le sue spiegazioni e interpretazioni s’arricchiscono nel corso del tempo e nella fedeltà all’azione dello Spirito Santo: essa è viva. Essa è immutabile e fissa.

 

XIV- Religione e Stato

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Il cristianesimo è una religione. L’islam è al contempo una religione, uno Stato e una società.
Il cristianesimo distingue il dominio spirituale e temporale. L’islam confonde il dominio spirituale e temporale.
La legge religiosa e la legge civile sono distinte. La legge religiosa è la legge civile.
La democrazia non è contraria al cristianesimo. Molti stati musulmani sono teocrazie.
Il cristianesimo ammette che ogni persona può aderire alla religione di sua scelta e praticarla. L’islam proibisce ai suoi fedeli, sotto pena di morte, di uscire e impedisce l’esercizio della vita religiosa ai non musulmani.
La chiesa è una costruzione consacrata che ha una funzione spirituale. La moschea è un luogo di preghiera ed anche uno stabile amministrativo dello Stato musulmano.

 

XV- La legge

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La legge divine e la legge civile sono distinte.

La legge civile può evolversi.

La legge divina e la legge civile sono unite. Formano una sola legge.

Per questo non è possibile che la legge civile-divina si evolva.

La legge cristiana è la legge dell’amore. La legge musulmana è la legge del Corano.
Con la venuta di Cristo, il principio della legge cristiana è l’amore che abolisce e rimpiazza il principio del taglione. Uno dei principi della legge musulmana è il principio del taglione.
La legge dell’amore deve arrivare sino al perdono di colui che offende. Il crimine d’onore è coranico.
Ciò che conta è la sincerità dell’azione, il formalismo del rito per la pratica della legge è invece secondario e un aiuto per facilitare questa sincerità. Il rispetto del rigorismo del rito conta e riveste una importanza fondamentale.
La fede supera la legge antica e, secondo la nuova legge, fede e carità sono ora legate l’una all’altra. Credenze e legge formano un tutto. La legge è quella di Dio che esiste da sempre.

 

XVI- La fede, la ragione, la verità

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La fede è una relazione con Dio. La “fede” è la proclamazione della shahada.
È la fede che salva. Ma non potendo salvare da sola, deve essere completata con la carità. È la proclamazione e la testimonianza della shahada che salva.
La fede è legata alla carità verso tutto. È una virtù teologale. La fede non è legata alla carità. È solo una “virtù di religione”. Il musulmano è incitato a sviluppare e rinforzare la solidarietà all’interno della Umma con delle azioni benefiche verso i vicini.
La Chiesa afferma che fede e ragione non sono solo compatibili ma complementari e sviluppa una dottrina ufficiale coerente su questa complementarietà. Alcuni stati musulmani rifiutano a tutt’oggi ogni discussione e insegnamento filosofico. I dibattiti fede-ragione sono frutti di iniziative personale o collettive ma non universali.
Fede e scienza sono conciliabili, compatibili e convergenti. Mancando una dottrina ufficiale, i musulmani sono divisi sulla compatibilità di fede e scienza.
Cristo è la verità. Il Corano è la verità.
In ogni uomo ci sono particelle di verità, semi di saggezza. Ogni non musulmano andrà all’inferno.
La ragione illuminata dalla fede è ordinata alla verità. Non esiste alcuna posizione ufficiale dell’islam su questo tipo di dibattiti.

 

XVII- L’interpretazione dei testi sacri

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Per interpretare la parola di Dio, la Chiesa sviluppa ed incoraggia due scienze: l’esegesi e l’ermeneutica. Per interpretare la parola di Dio, l’islam pratica l’ijtihad.
Questa interpretazione ha lo scopo di fare comprendere più profondamente Dio e i suoi misteri. Siamo nella teologia. Questa interpretazione ha lo scopo di dare una risposta di condotta secondo la legge in una situazione concreta. Siamo nel dominio giuridico.
Si tratta di trovare lo spirito della parola di Dio. Si tratta di tenersi alla lettera dei testi sacri.
Queste due scienze approfondiscono costantemente la storicità dei testi sacri e dei personaggi biblici. Nell’islam non è ammesso mettere in causa la storicità dei testi e dei personaggi fondatori.
Queste due scienze devono seguire una metodologia ben definita, sotto l’autorità della Chiesa. Non esiste una metodologia vera e propria per praticare l’ijtihad.
Il magistero della Chiesa ha il compito di assicurare che le interpretazioni successive delle generazioni siano conformi alla pienezza e la contenuto della rivelazione. L’ijtihad è individuale. Ognuno è libero di praticarla e di praticarla come può, anche se esistono scuole giuridiche che possono guidarlo.
L’interpretazione si appoggia sulla Tradizione. L’ijtihad s’appoggia direttamente sul Corano e sulla Sunna.
Il cattolico non dispone del libero esame per quanto riguarda l’interpretazione della parola di Dio. Il musulmano dispone del libero esame per quanto riguarda l’interpretazione della parola di Dio.
Quattro donne sono dottori della Chiesa (santa Teresa d’Avila, santa Caterina da Siena, santa Teresa di Gesù Bambino e santa Ildegarda di Bingen) L’ijtihad è quasi esclusivamente riservata agli uomini.

 

XVIII- La Chiesa/l’Umma

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La Chiesa ha una duplice dimensione: mistica ed umana. L’Umma ha solo una dimensione umana.
La Chiesa è il luogo dove il regno di Dio progredisce, senza essere ancora questo regno. L’Umma rappresenta il mondo su di cui Dio già regna sulla terra grazie alla legge islamica.
Istituita da Gesù Cristo, la Chiesa scaturisce da Dio Padre. È il “popolo di Dio”. Fondata da Maometto, l’Umma è una invenzione umana.
Benché mistica e umana, la Chiesa concerne l’uomo nella sua sola dimensione spirituale, pur portando il suo sguardo sul mondo temporale per indicare come rispettare la legge di Dio. Benché solo umana, l’Umma concerne l’uomo sia nella dimensione umana sia spirituale, essendo la legge e le credenze strettamente connesse.
La Chiesa è universale sin dalla sua istituzione e per vocazione. L’Umma è stata fondata dagli Arabi per gli Arabi ed è diventata universale grazie alle circostanze della sua espansione.
La Chiesa è “sovranazionale”. L’Umma è “internazionale”.
La Chiesa comprende i battezzati vivi, i morti nello stato di grazia, che siano in Cielo o ancora in Purgatorio (comunione dei santi). L’Umma comprende solo i fedeli musulmani viventi. Il dogma della comunione dei santi non ha senso nell’islam.
Gli angeli fanno parte della Chiesa. Gli angeli non fanno parte dell’Umma.
La Chiesa è istituzionale e gerarchica. Istituendola, Cristo ha stabilito il primato di Pietro (e dunque dei suoi successori, i papi). Non esiste alcuna gerarchia né primato all’interno della Umma sunnita.
La Chiesa possiede un’autorità dottrinale che le è stata conferita da Cristo. L’Umma non ha alcun potere dottrinale.
La Chiesa si intende quale la comunità della vera religione, essendo la persona di Cristo “Via, Verità e Vita” (Gv 14,6). L’Umma si considera la migliore comunità.
La Chiesa nutre spiritualmente e guida i suoi fedeli. L’Umma guida i suoi fedeli.
La Chiesa è missionaria per natura; ha la missione di far conoscere e trasmettere Cristo. Ognuno è libero di aderirvi. L’Umma cerca di espandersi verso tutti, se serve anche mediante la dissimulazione (taqiyya) e la violenza (djihad).

 

XIX- La missione, il djihad

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Il cristiano ha una triplice missione. Il musulmano ha una duplice missione.
Il cristiano ha la missione di testimoniare la fede e di annunciare Cristo ad ogni uomo. Il musulmano ha la missione di estendere l’islam su tutta la terra, se serve anche mediante la violenza e la dissimulazione.
La libertà di coscienza e religiosa dell’altro deve essere assolutamente rispettata. Si esercitano pressioni sull’altro per condurlo all’islam.
La violenza è proibita. La violenza (djihad) è fondamentalmente coranica.
La carità è una virtù cristiana. La solidarietà è una obbligazione musulmana. Non si può parlare di carità.
Il cristiano deve praticare la carità e deve persino perdonare ai suoi nemici. Il musulmano deve praticare la solidarietà e non deve perdonare a nessuno.
La carità si deve esercitare verso “il prossimo”, chiunque sia. La solidarietà deve esercitarsi verso “i vicini” cioè i membri della famiglia, i vicini di casa o della comunità (Umma).
Non si può proclamare la verità con mezzi sviati. La dissimulazione e la menzogna sono atteggiamenti ammessi in certe circostanze.

 

XX- Il sacerdote, l’imam

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Il sacerdote è ministro ordinato. Ha una triplice missione. L’imam è un uomo come tutti gli altri.
Il sacerdote rappresenta Cristo. L’imam non rappresenta né Dio né Maometto.
Il sacerdote ha poteri sacerdotali. L’imam non ha alcun potere spirituale.
Il sacerdote celebra il culto. L’imam non celebra alcun culto.
Il sacerdote fa parte di una gerarchia. Agisce in nome di Cristo e come delegato del suo vescovo. L’imam non deve rendere conto a nessuno. Agisce di sua sola iniziativa.
Il sacerdote è sottomesso ad una disciplina ecclesiastica (celibato, …). L’imam non è sottomesso ad alcuna disciplina istituzionale.
Il sacerdote è indispensabile nella comunità dei fedeli. L’imam non è per nulla indispensabile nella comunità dei fedeli.
Il sacerdote lo è a vita. L’imam svolge una funzione a cui può rinunciare o che gli può essere tolta.
Solo gli uomini possono essere ordinati sacerdoti, per ragioni teologiche. Le donne non sono imam per la condizione inferiore rispetto agli uomini che il Corano riconosce loro.
Il sacerdozio è un servizio. L’imamat è una funzione.
Il sacerdote è una persona religiosa. L’imam è un uomo della religione.

 

XXI- Le pratiche religiose

  1. A) La preghiera
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L’orante cristiano è in una relazione padre/figlio con Dio. L’orante musulmano è in una relazione signore/servo con Dio.
Dio risponde. Nella preghiera cristiana c’è un dialogo. Dio non risponde al musulmano che prega.
La preghiera può essere fatta in ogni momento del giorno e della notte. La preghiera deve essere fatta ad orari precisi.
Il cattolico può riunirsi ad un musulmano per pregare ma non può pregare con lui. Il non musulmano non è ammesso nella comunità di preghiera.
  1. B) Il digiuno
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Il digiuno è una forma di pietà che la Chiesa prescrive, che permette al cristiano di fare penitenza in vista di dominarsi e di convertirsi. Il sawm è una pratica legale annuale obbligatoria che permette al musulmano di dominarsi e di crescere spiritualmente.
Il digiuno è prescritto in due giorni all’anno. Il sawm è prescritto durante tutti i giorni del mese del ramadan.
Il digiuno si pratica con umiltà, nel segreto dei cuori. La pratica del sawm è comunitaria.
Il digiuno è il quarto precetto della Chiesa. Costituisce uno dei cinque pilastri (arkan) dell’islam
  1. C) L’elemosina
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L’elemosina è una raccomandazione della Chiesa e consiste nel donare volontariamente qualcosa ai bisognosi. La zakat è un imposta dovuta allo Stato musulmano.
L’entità del dono è lasciata alla libera scelta del fedele. In alcuni paesi, come la Francia, il clero raccomanda ai fedeli di versare ogni anno, “il denaro della Chiesa” (sino al 1989 detto “il denaro del culto”) la cui entità corrisponde, a titolo indicativo, al guadagno di una-tre giornate di lavoro. Secondo la charia, l’imposta è calcolata sul patrimonio monetario, i raccolti o il bestiame e non sui redditi (10% dei prodotti della terra e del bestiame e 2,5% delle merci, dei guadagni commerciali o del denaro posseduto, ad eccezione dei gioielli della moglie, quale sia il loro valore).
Queste offerte servono a sovvenire ai bisogni della Chiesa e del clero, e ad aiutare numerose opere di carità. Questa imposta permette di mantenere la comunità civile-divina, l’Umma, con le sue attività di solidarietà e proselitismo.
  1. D) Il pellegrinaggio
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Il pellegrinaggio cattolico è una pratica volontaria, raccomandata dalla Chiesa ma facoltativa. Il hadj è una pratica obbligatoria, una volta nella vita di ogni musulmano/a che può fisicamente ed economicamente sostenerlo.
Si pratica da soli o in gruppo. Si pratica solo in gruppo.
In tutto il mondo ci sono molti luoghi di pellegrinaggio. La Mecca è l’unico luogo di pellegrinaggio al mondo per i sunniti.
I pellegrinaggi possono essere fatti in ogni giorno dell’anno. Il hadj si svolge una volta all’anno in un solo periodo.
I luoghi di pellegrinaggio sono aperti a tutti, quale siano le convinzioni religiose. Il hadj è riservato solo a musulami/e.

I non musulmani ne sono rigorosamente esclusi.

Lo svolgimento del pellegrinaggio è lasciato alla libera scelta dei pellegrini, anche se talvolta si organizzano cerimonie collettive nei differenti luoghi di pellegrinaggio. Il rito dei sette giorni dello hadj è stabilito, immutabile e necessario.
Sei milioni di pellegrini si recano annualmente a Lourdes, circa 1 milione a Fatima, … Il hadj raduna ogni anno due milioni di pellegrini.
Durante il pellegrinaggio, i fedeli rivolgono generalmente le loro preghiere all’intercessione dei santi a cui il luogo è dedicato. Durante il hadj, i pellegrini rivolgono i loro pensieri e le loro preghiere a Dio.
I pellegrini domandano generalmente grazie per bisogni particolari. I pellegrinaggi rafforzano la coesione e la forza dell’Umma.

 

XXI- La donna e il matrimonio

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L’uomo e la donna sono uguali in quanto persone e complementari in quanto maschio e femmina. Gli uomini sono superiori alle donne.
Le donne hanno gli stessi diritti e doveri degli uomini. Le donne hanno meno diritti degli uomini.
Nei Vangeli, le donne sono ben presenti. Al di fuori di Maria, nessuna donna è nominata nel Corano che non fa nemmeno allusione ad altre donne.
Il matrimonio è un sacramento ed è indissolubile. Il matrimonio è un contratto civile-religioso. È reso ufficiale da un atto giuridico.
Sposandosi, l’uomo e la donna si impegnano davanti a Dio. Questo contratto è irrevocabile. Sposandosi, l’uomo e la donna si impegnano davanti alla comunità (Umma). Questo contratto è revocabile.
L’unione degli sposi è immagine dell’unione di Cristo con la sua Chiesa. Questa dimensione teologale non ha senso né equivalenti nell’islam.
La Chiesa rispetta la scelta di una donna cattolica che voglia sposare un uomo di qualsiasi altra credenza. La donna musulmana può sposare solo un musulmano o un circonciso convertito.
Solo la monogamia è ammessa. La poligamia è tollerata. È limitata a quattro mogli.
Il divorzio è strettamente vietato. Il giuramento fatto non può essere revocato. Il ripudio è ammesso, il giuramento può essere revocato.
Il velo per le donne non è più d’uso nella Chiesa. Fanno eccezione le religiose consacrate. Si raccomanda alle donne di portare il velo; nelle società musulmane è fortemente prescritto.

 

XXII- Il male

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Il male è contrario alla natura di Dio che non ne può essere l’autore. Il male è opera del diavolo. Il male è opera di Dio. Ne è l’autore.
Dio permette il male per trarne un bene. Dio può infliggere il male per mettere alla prova l’uomo.
Il male è la contropartita delle libertà dell’uomo che Dio gli ha dato. Il musulmano deve accettare il male in quanto tale e sottomettersi in quando decreto divino.
Con la morte e risurrezione di Cristo, Dio ha vinto il male. La vittoria sul male mediante la redenzione operata da Cristo non ha alcun senso nell’islam.

 

XXIIIa- La sofferenza

Visione cattolica Visione musulmana
La sofferenze è conseguenze del peccato dei nostri progenitori. La sofferenze è opera di Dio.
Essa non è tuttavia la retribuzione di un peccato personale e non proviene da una decisione divina. La sofferenza è una punizione divina per coloro che trasgrediscono la legge.
Di fronte alla sofferenze, il cristianesimo offre una risposta dottrinale. Di fronte alla sofferenze, l’islam propone un atteggiamento da adottare.
Dio in Gesù Cristo prende su di sé la sofferenza del mondo. L’uomo deve adattarsi.
Il problema della sofferenza è trasceso dall’evento storico centrale della passione e della morte di Cristo. C’è un prima e un dopo di esso. Il problema della sofferenza rimane identico per l’eternità. Non c’è prima e poi.

 

XXIIIb- La morte

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Il nostro corpo è tempio dello Spirito Santo.
Alla fine dei tempi, vi sarà la risurrezione della carne.
Dopo la sua morte, come Cristo, l’uomo rivestirà un corpo “glorioso”. L’islam non dice nulla sullo stato dei corpi dopo la loro risurrezione.

 

XXIV- La risurrezione della carne, il paradiso, l’inferno, il purgatorio, l’eternità

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La salvezza è offerta ad ogni uomo. In paradiso andrà colui che Dio avrà voluto mandarvi.
Il paradiso e l’inferno sono stati: di beatitudine perfetta, di contemplazione di Dio e di allontanamento definitivo da Dio. Il paradiso e l’inferno sono luoghi materiali.
In paradiso, la beatitudine consisterà nel vedere Dio e vivere nella sua intimità In paradiso, la beatitudine consisterà nel gioire di beni materiali e, secondo le scuole, nel vedere Dio.
L’inferno è definitivo ed eterno. L’inferno può non essere definitivo ed eterno.
Il purgatorio è una tappa di purificazione intermedia prima dell’accesso al paradiso. Il concetto di purgatorio non esiste nell’islam.
La risurrezione della carne si appoggia sulla risurrezione di Cristo.

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