Leone Dehon scopre Elisabetta della Trinità

Avanzando nell’età, la vita spirituale di p. Dehon è caratterizzata da una sempre più profonda contemplazione e unione d’amore alla ss.ma Trinità.

Nel gennaio 1915 legge la vita di s. Elisabetta della Trinità. Rimane affascinato, come lo è stato dell’Autobiografia e della via d’infanzia spirituale di s. Teresa di Lisieux. Nel caso di sr. Elisabetta è l’attrazione alla vita interiore, per vivere in comunione d’amore con i «Tre» Di questa vita d’unione, p. Dehon è sempre più assetato. Come la piccola Teresa, sr. Elisabetta si è offerta vittima per la Chiesa e per i peccatori. «Occorre leggere questa vita, scrive p. Dehon nel Diario, per gustare la devozione alla santa Trinità» (gennaio 1915). Trascrive l’elevazione di sr. Elisabetta, una preghiera profonda che vorrebbe diffondere e far conoscere a tutti.

«La mia preghiera! Ecco come è in quest’ultimo periodo della mia vita: saluto la santissima Trinità: il mio Padre e creatore; il Verbo di Dio, fattosi mio fratello e mio redentore; lo Spirito Santo, diventato mia guida e mio consolatore.  Assisto alla grande messa del cielo: Gesù che si offre al Padre suo, come l’agnello immolato fin dal principio …» Siamo nel gennaio 1925. P. Dehon ha 81 anni. «Gusto sempre più la devozione alla santissima Trinità».

Secondo i maestri della vita spirituale, il cammino di un’anima, che vive la grazia fino all’unione d’amore, conclude nell’esperienza ineffabile della ss.ma Trinità: «Le divine persone si donano a noi, perché abbiamo a godere di loro» (A. Royo Marín, Teologia della perfezione cristiana).

Giovanni della Croce scrive che nel nono grado l’anima arde d’amore «con soavità. È proprio dei perfetti, i quali ardono soavemente in Dio … Questo ardore soave e dilettevole è generato in loro dello Spirito santo a causa dell’unione con Dio di cui godono … Non è possibile parlare dei beni e delle ricchezze divine di cui l’anima gode in questo grado poiché, anche se scrivessimo molti libri sull’argomento, resterebbe da dire ancora di più» (Notte oscura, II, 20, 4).

Dehon è un’autentica anima mistica. Da alcuni accenni del Diario si intravedono anche delle esperienze straordinarie, non necessarie alla vera vita mistica, essendone solo delle manifestazioni accidentali, che nulla aggiungono e nulla tolgono alla santità di una persona. Quali furono queste esperienze, e se realmente avvennero, non lo sappiamo. È un segreto che p. Dehon si è portato nella tomba.

Il «decimo e ultimo grado» della scala d’amore – scrive s. Giovanni della Croce . «non appartiene a questa vita». Questo grado «rende l’anima del tutto simile a Dio, per la chiara visione di lui che ella possiede allorché, giunta in questa vita al grado nono, si separa da corpo. Tali anime … sono poche e sono già molto purificate dall’amore» (Notte oscura, II, 20, 4-5). Questa suprema purificazione si compirà per p. Dehon nel giorno della sua santa morte, il 12 agosto 1925. [Giuseppe Manzoni, Leone Dehon – Un uomo dal cuore grande, EDB, Bologna, 1989, 241s.]

Padre Giacomo Gubert ocd

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