La cintura della Madonna

Come narra un antichissimo testo apocrifo risalente al V-VI secolo, dopo la morte della Madonna, San Tommaso contemplò la Vergine mentre veniva assunta in cielo ed ebbe da lei in dono la Cintola. La Cintola fu poi consegnata ad un sacerdote e conservata per secoli dai suoi discendenti. Dopo la prima crociata un mercante e pellegrino pratese, Michele, a Gerusalemme si innamorò di una ragazza, Maria, figlia di un sacerdote orientale e la sposò in segreto contro il volere del padre di lei. Michele ricevette in dote la Cintola. Tornato a Prato, in Toscana, intorno al 1141, Michele non parlò a nessuno della Cintola e solo in punto di morte, circa trenta anni dopo, la donò al preposto della Pieve di Santo Stefano. La Sacra Cintola, dopo il verificarsi di numerosi prodigi, divenne oggetto di culto e meta di pellegrinaggi. Oltre a grandi folle di fedeli, la Cintola fu venerata da molti illustri personaggi: fra questi si annoverano San Francesco (nel 1212), Alessandro V e il Re Luigi d’Angiò (nel 1409), San Bernardino (nel 1424), il Papa Eugenio IV e l’Imperatore bizantino Giovanni Paleologo (nel 1439), Giovanna d’Austria (nel 1565 e Maria de’ Medici (nel 1600), il Papa Pio VII (nel 1804 e nel 1815), il Papa Pio IX (nel 1857). Infine, venendo ai giorni nostri, come non ricordare la memorabile visita di Papa Giovanni Paolo II nel 1986.

Riconosciuta dal Vaticano (è la seconda reliquia più importante al mondo, dopo la Sacra Sindone), la Cintola viene mostrata ai fedeli cinque volte l’anno (8 settembre, Natale, Pasqua, primo maggio, 15 agosto) dal Pulpito di Donatello appositamente costruito sull’angolo destro della facciata della Cattedrale. Il Sacro Cingolo divenne uno dei tesori più preziosi tesori della città, tanto che la sua Ostensione venne regolata dagli statuti del Comune, al quale spetta ancora oggi la custodia di due delle tre chiavi necessarie per estrarre la Cintola dall’altare. Dal 1395 la reliquia è collocata nella Cappella a sinistra dell’ingresso principale della Basilica Cattedrale di Santo Stefano affrescata con Storie della Vergine e della Cintola (1392-95), opera di Agnolo Gaddi con sopraffina tecnica e luminosi colori. La Cappella fu poi racchiusa da una splendida cancellata rinascimentale in bronzo, opera di Maso di Bartolomeo. Sull’altare è posta una preziosa statua della Madonna col Bambino, capolavoro del primo Trecento di Giovanni Pisano.

Nel duomo di Verona, nella cappella Nichesola, è presente una pala dell’Assunta realizzata da Tiziano. Il grande dipinto racconta l’Assunzione della Vergine in cielo: in primo piano si vedono gli apostoli accalcati intorno al sarcofago vuoto, che presi da concitazione vagano gli occhi in ricerca. Sono vestiti di abiti con colori vivaci e uno di loro, Tommaso, tiene nella mano la cintura lasciata come ricordo dalla Vergine. Maria, sospesa nelle nubi, sale in un cielo che si illumina sempre più fino ad incorniciarle il volto come un’aureola.

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