Il decalogo della Domenica

Non avrai altri giorni uguali a me. Non fare i giorni tutti uguali. La domenica sia per te, fratello o sorella cristiana, il giorno libero da tutto per diventare il giorno libero per Dio e per tutti.

Non trascorrere la domenica invano, drogandoti di televisione, alienandoti nell’evasione, caricandoti di altra tensione.

Ricordati di santificare la festa, non disertando mai l’assemblea eucaristica: la domenica è la Pasqua della tua settimana, il sole è l’Eucarestia e il cuore è Cristo Risorto.

Onora tu, padre, e tu, madre, il “grande giorno” con i tuoi figli! Ma non imporlo neanche ai minori, e non ricattarli mai. Non farlo diventare un precetto odioso. Contagia loro la tua gioia di andare a Messa: questo vale molto più di cento prediche.

Non ammazzare la domenica con il doppio lavoro, soprattutto se remunerativo: non venderla non violarla ma vivila gratis et amore Dei e dei fratelli.

Considera il Giorno del Signore “il mio momento di intimità fra Cristo e la Chiesa sua sposa”, come ha detto il Papa; se sei sposato o sposata, coltiva l’intimità con il tuo coniuge.

Non rubare la domenica a nessuno, né alla colf, né alle badanti, né ai tuoi dipendenti; neanche a quelli altrui: evita di fare shopping. E non fartela rubare da niente e da nessuno, né dal denaro, né dal culturismo, né dai tuoi datori di lavoro.

Non dire falsa testimonianza contro il Giorno del Signore, non vergognarti di dire ai tuoi amici non credenti che non puoi andare con loro in campagna o allo stadio perché non puoi rinunciare alla Messa.

Non desiderare la domenica degli “altri”, quelli che pensano solo a spassarsela e non gliene importa niente del prossimo. Desidera condividere la domenica con gli ultimi, i poveri, i malati.

Non andare a Messa solo perché è festa, ma fa’ festa perché vai a Messa!

 

Mons. Francesco Lambiasi

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