Flash su Belgrado

Leggevo la testimonianza straordinaria del Dottor Stojan Adasevic che esercitava a Belgrado (Serbia) il suo mestiere di ginecologo-ostetrico. Desidero citarne qui una piccola parte, una parte che non ascolterete mai in un’omelia o in una conferenza pubblica e ancora meno in una Aula Magna di una università di medicina. Nella Yugoslavia comunista della fine del secolo scorso, Stojan aveva appreso che l’aborto, come veniva insegnato nella facoltà di medicina, era una procedura chirurgica simile ad una operazione di appendicite. La sola differenza stava nell’organo che veniva asportato: una piccola parte dell’intestino in un caso ed un embrione nell’altro. Negli anni 80 egli cominciò ad avere dei dubbi, quando le tecnologie che utilizzano gli ultrasuoni giunsero anche negli ospedali iugoslavi. Fu in quel momento che il dr. Adasevic vide per la prima volta sullo schermo ciò che fino a quel momento era rimasto nascosto ai suoi occhi: l’interno di un utero femminile che conteneva un bambino vivente, che si succhiava il dito e che muoveva le braccia e le gambe. Il 50% delle volte, i pezzi di quel bambino venivano posati sul tavolo operatorio vicino a lui. “Guardavo senza vedere” dice adesso ricordandosi. “Tenevo in mano un cuore che pulsava”.

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Una mattina, avendo già pensato di smettere di praticare gli aborti, suo cugino gli chiese con insistenza perché facesse abortire una sua amica incinta di 3 o 4 mesi. La donna voleva sbarazzarsi del suo nono bambino. Il dr. Adasevic si rifiutò, ma suo cugino insistette e lui aderì: “OK, ma è l’ultima volta!” disse . Ecco la sua testimonianza: “Ho aperto l’utero, ho rotto la placenta, dopo di che la sacca delle acque si è rotta ed io potei operare con il forcipe. Ho afferrato qualche cosa, l’ho rotta, estratta e gettata sul telo del tavolo operatorio. 

aborto mannoGuardo e vedo una mano – una mano abbastanza grande. Il bebè è interamente formato in questo stadio, comprese tutte le sue dita. Tutti i suoi organi sono presenti. Qualcuno aveva versato dello iodio sul tavolo e la mano è caduta proprio lì e le terminazioni nervose sono entrate in contatto con il liquido. E cosa succede? Ho guardato e mi sono detto: “Mio Dio, la mano si muove da sola”. Stojan rabbrividì ma continuò l’aborto.

Ho continuato nonostante tutto ad usare il mio forcipe, dice, raccolgo un’altra parte, la rompo, estraggo. Mi dico: “Spero che non sia una gamba”. Tiro, guardo: una gamba. Voglio posare la gamba sul tavolo, dolcemente, perché non sia vicina alla mano che ancora si muove. Mentre abbasso il braccio per deporvela, proprio in quel momento un’infermiera fa cadere dietro a me un vassoio di strumenti chirurgici. aborto sculturaSorpreso dal fracasso,  sobbalzo e lascio la presa del forcipe ed improvvisamente la gamba ruzzola e cade vicino alla mano. Guardo, la mano e la gamba si muovono da sole. La mia equipe ed io non avevamo mai visto niente di simile: della membra umane che si contraevano con scosse rapide sul tavolo. Continuo nonostante tutto dirigendo il mio strumento verso il ventre e comincio a spezzare tutto quello che trovo all’interno. Dico a me stesso che per completare la tragedia, mi manca solo di trovare il cuore del bambino. Continuo a frantumare, a frantumare a frantumare, fino a che sono certo di aver macellato tutto quello che si trovava all’interno, e ritiro il forcipe. Estraggo tutto il materiale triturato dicendomi che deve trattarsi di frammenti di ossa e poso tutto sul telo. Guardo e vedo un cuore umano, che si contrae, che batte, batte, batte. Sto per diventare pazzo. Vedo che i battiti del cuore rallentano, lentamente, più lentamente, fino a fermarsi completamente. Nessuno ha potuto vedere quello che ho visto con i miei propri occhi ed essere più convinto che mai di quello che avevo fatto: avevo ucciso un essere umano

Il suo cuore vacillò e tutto divenne tenebra intorno a lui. Quanto tempo è durato questo, non sa dirlo. Ma la voce terrorizzata di un’infermiera lo risveglia dal suo torpore: “Dottore Adasevic, Dottore Adasevic! La paziente sta sanguinando!”. Per la prima volta dalla sua infanzia, si mise a pregare col cuore: “Signore! Non salvare me, ma salva questa donna!”. Stojan finì il lavoro.aborto_uomo Mentre stava togliendosi i guanti, sapeva che questo era stato il suo ultimo aborto.

Quando Stojan informò il responsabile dell’ospedale della sua decisione, si scatenarono moltissime reazioni. A Belgrado mai nessun ginecologo si era rifiutato di fare degli aborti. Furono esercitate pesanti pressioni su di lui. Il suo salario fu dimezzato. Sua figlia fu licenziata. Il figlio “bocciò’’gli esami di ammissione all’università. Fu attaccato dalla stampa e dalla  televisione.  Lo stato socialista , gli dicevano, gli aveva permesso di studiare perché potesse praticare gli aborti ed adesso lui portava avanti una operazione di sabotaggio contro lo Stato…..

San Tommaso d’Aquino gli apparve in sogno. Dandogli una pacca sulla spalla Tommaso gli disse: “Sei mio amico, il mio buon amico. Continua la tua battaglia!”. Adasevic decise di continuare a battersi per questo. Prima della sua conversione, dice di aver praticato circa 50.000 aborti.

 

Suor Emmanuel

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