Due pontefici parlano di Teresa

Anche le due monumentali statue di legno (opera dello scultore altoatesino Vincenzo Moroder), dipinte a bronzo dorato e raffiguranti i papi Pio X e Pio XI parlano della Santa di Lisieux. I due papi, al di sopra delle due porte laterali, mostrano infatti un cartiglio, di non facile lettura ad occhi nudi, che esprime sinteticamente il rapporto tra i due sommi pontefici e Teresa di Gesù Bambino.

Iniziamo da papa Pio XI (1922-1939), il ‘glorificatore’ di suor Teresa, che mostra la celebre espressione “la stella del mio pontificato”. Ai pellegrini francesi accorsi a Roma per la beatificazione di Teresa, egli disse infatti: «Eccovi alla luce di questa Stella – come noi amiamo chiamarla – che la mano di Dio ha voluto far risplendere all’inizio del nostro pontificato, presagio e promessa di una protezione, di cui noi stiamo facendo la felice esperienza». L’espressione ebbe un certo successo tanto che anche Pio XII la utilizzò riferendosi a Gemma Galgani, il 2 maggio 1940, giorno della sua canonizzazione.

 

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Di meno facile interpretazione è invece il cartiglio di Pio X (1903-1914), pontefice che si ricorda per aver chiamato Teresa “la più grande santa dei tempi moderni” proprio per la sua estrema semplicità d’animo. Nella nostra basilica Pio X dice invece: “FLORUIT SICUT LILIUM ET FRONDUIT IN GRATIAM” che possiamo tradurre “fiorì come un giglio e frondeggiò nella grazia”. L’espressione sembra provenire dal libro del Siracide (39,19 o 39,14) ed è parte di un più ampio invito a lodare il Signore (nella Volgata leggiamo FLORETE FLORES QUASI LILIUM DATE ODOREM ET FRONDETE IN GRATIAM …).

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Fidandoci del Moroder (o di chi gli commissionò l’opera) non mettiamo in dubbio che papa Pio X abbia effettivamente citato questo versetto biblico per descrivere la vita pura come un giglio e votata alla lode delle misericordie di Dio di santa Teresa di Lisieux. Sapendo quanto san Pio X fu impressionato dalla lettera 92 che Teresa aveva scritto alla cugina Maria Guérin, la quale, per motivi di scrupolo, si asteneva dalla comunione, possiamo interpretare in questo senso questa frase del santo pontefice a cui dobbiamo l’ammissione dei bambini alla comunione e la comunione frequente. In quella stessa lettera, Teresa aveva scritto: “No, è impossibile che un cuore «che trova pace soltanto alla vista del tabernacolo» offenda Gesù al punto da non poterlo ricevere. Quello che offende Gesù, ciò che lo ferisce nel profondo, è la mancanza di fiducia!…” (LT 92).

 

 

p. Giacomo Gubert ocd

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