Consigli per la vita spirituale

All’inizio di ogni tappa, le persone in genere si prefissano alcuni obiettivi da raggiungere nel corso del periodo. Per la vita spirituale, proponiamo anche una meta, e a questo scopo non c’è niente di meglio che prendere come modello tre consigli di tre grandi sante della Chiesa: Santa Teresa di Gesù, Santa Caterina da Siena e Santa Teresa di Lisieux, seguendo le indicazioni tratte dall’opera Doctoras de la Iglesia di padre Antonio Royo Marín.

Il primo consiglio viene da Santa Teresa d’Avila, che è riuscita a progredire spiritualmente in modo straordinario pur non avendo direttori spirituali soddisfacenti. All’epoca in cui visse si credeva che quando la persona cresceva spiritualmente dovesse mettere da parte la riflessione sull’umanità di Cristo, la sua Passione e quanto Egli ci ha amati; insomma, la meditazione concreta sul Vangelo. L’idea era che quanto più alto era il livello di vita mistica, maggiore doveva essere la contemplazione della Trinità.

Santa Teresa di Gesù, come grande Dottore, ha notato l’errore insito in questo tipo di pensiero. Per lei, in tutte le tappe del cammino spirituale è imprescindibile la meditazione sull’umanità di Cristo. Egli è la Via. Nella sua opera Cammino di Perfezione, insegna alle monache a utilizzare le immagini di Cristo crocifisso, piagato, e a partire dall’immagine a meditare sul grande amore che Dio ha per l’umanità.

Il primo punto, quindi, è guardare alla Passione di Cristo, guardare all’Amore incarnato, concreto, reale, storico con cui Dio ha amato gli uomini e su questo basare il proprio edificio spirituale, come insegna San Giovanni: “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1 Gv 4,10). La morte di Cristo sulla Croce è la realtà concreta dell’amore di Dio.

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L’edificio spirituale di molte persone crolla perché dimenticano questo primo punto: Dio ha amato l’umanità e ciascuno per primo. E questo amore non è una teoria, ma una realtà che si è fatta carne nell’umanità di Cristo. Il primo passo è quindi fare il fermo proposito di avere la croce di Cristo davanti agli occhi in ogni momento. “Gesù, amore incarnato, piagato per me”, appropriandosi di questa certezza: “Io sono stato amato di amore infinito, senza difetto. Non sono più una vittima, non ho bisogno di mendicare l’amore altrui”.

Il secondo punto viene da Santa Teresina del Bambin Gesù. Si tratta di come rispondere all’amore di Dio. Di fronte ai grandi santi, alcuni reagiscono con scoraggiamento, perché queste grandi anime rendono irraggiungibile l’ideale della santità; altri fanno di questi santi dei modelli e cercano di imitarli, desiderando una santità uguale alla loro. La Piccola ha avuto la sua intuizione fondamentale percependo che esistono anime, grandi santi, grandi uomini e donne scelti da Dio, un’élite spirituale che la stragrande maggioranza dell’umanità non riuscirà mai ad imitare. A suo avviso, esiste però anche un’altra famiglia: quella delle Piccole Anime, nella quale ella si vedeva inclusa pur essendo una grande anima. Nella sua dottrina, la santa afferma che anche le piccole anime possono amare Dio: non nel modo eroico in cui lo fanno i grandi santi, ma in modo ordinario, comune. Tutti sono chiamati a trasformare ciascuno dei piccoli atti della vita in amore per Dio. Offrire tutto a Gesù, il bene e il male, la gioia e la tristezza, la soddisfazione o la frustrazione, tutto per amore di Gesù. Santa Teresina ha trasformato tutti i piccoli atti ordinari della sua vita in amore, e per questo è stata straordinaria nell’ordinarietà in cui ha vissuto l’amore per Gesù. Questo è il secondo punto: ricambiare colui che ha amato per primo. Questo insegnamento ha il grande vantaggio di portare la religione nella vita quotidiana, di modo che nessun abbia più bisogno di aspettare la data del martirio per compiere qualsiasi atto eroico di amore per Dio. Tutti possiamo amarlo da ora, subito. È per questo che Santa Teresina, pur avendo sofferto molto per la malattia del padre e per la propria, ha dimostrato di essere una donna dalla grande maturità spirituale pur avendo solo 24 anni. Il suo cammino spirituale è stato impressionante: da bambina coccolata, immatura e vittimista è stata trasformata da Dio in una grande santa. Ricambiare l’amore di Colui che ci ha amati per primo.

Il terzo punto viene da Santa Caterina da Siena, laica terziaria che non ha mai vissuto in un convento; era nubile ma non monaca nel senso tecnico della parola. Pur se analfabeta, scrisse molte lettere al papa, che si trovava ad Avignone, convincendolo a riprendere il suo posto nella Chiesa, e quindi in un certo senso ha cambiato il destino della Chiesa stessa. Con i suoi gesti, la santa ci insegna una cosa molto importante: la conversione dei peccatori deve essere cercata da tutti, il che ci rende tutti apostoli. In lei si comprende ciò che insegna San Tommaso d’Aquino, secondo il quale l’amore può avere vari oggetti. L’oggetto materiale dell’amore può essere Dio, la propria persona o perfino i miliardi di persone della Terra, i santi, gli angeli, ecc. Tutti possono essere amati. La carità, l’amore, ha tuttavia un solo oggetto formale: Dio. Amare Dio per Dio, amare il prossimo per amore di Dio, amare se stessi per amore di Dio. Egli è la modalità con la quale si deve amare. La vita di apostolato, il sacrificio, la predicazione, la richiesta di conversione per i peccatori deve avere quindi come punto centrale l’amore per Dio. Solo così avrà senso.

Avere sempre davanti agli occhi l’amore di Dio incarnato e la croce di Cristo, ricordandosi del fatto che Egli ci ha amati per primo, è dunque il primo obiettivo. Il secondo è rispondere a questo amore nei piccoli gesti e negli atti ordinari quotidiani, il terzo è essere missionari portando altri a Dio, spinti a dare maggior gloria a Dio, facendo come un atto d’amore nei suoi confronti, riportando i suoi figli a casa. Ecco i passi che si possono dedurre dalle lezioni dei tre grandi Dottori che ci offrono un progetto spirituale.

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