Padre Pio da Pietralcina

“Ti scrivo in francese, perché è la lingua di suor Teresa di Gesù Bambino, perché ella amava il Buon Dio e ne cantò nella sua lingue l’amore e la gloria” (P. Agostino da San Marco in Lamis, padre spirituale, a p. Pio da Pietrelcina)
“Ecco, figlia mia, l’esempio di un’anima totalmente distaccata da se stessa e piena di Dio. È precisamente quello che dovete sforzarvi di diventare anche voi, con l’aiuto di Dio” (Padre Pio ad una sua figlia spirituale, riprendendo il consiglio ricevuto dal suo padre spirituale, p. Agostino da San Marco in Lamis).
Da “Studi Cattolici”
Nel mensile “Studi Cattolici” abbiamo ritrovato una bella testimonianza della devozione che padre Pio nutriva per la nostra Santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo. Comunione spirituale, unione nella santità che il Cielo parve approvare, esaudendo il desiderio del santo capuccino di presenziare alla beatificazione e alla canonizzazione di santa Teresa.
Due bilocazioni
“[…] Pur restando nel suo convento di S. Giovanni Rotondo, con divieto di allontanarsene, Padre Pio presenziò al rito della beatificazione della venerabile suor Teresa, nell’interno della basilica di S. Pietro, il mattino del 29 aprile 1923. Vi rimase finchè un prelato, accortosi della presenza del cappuccino, cercò di avvicinarlo per salutarlo e parlargli. In quell’istante scomparve. Questo fatto è stato accertato e rivelato dall’arcivescovo di Salto (Uruguay), mons. Thomas Gregorio Comacho. L’altro episodio di bilocazione di Padre Pio si ebbe il giorno della canonizzazione della beata Teresa di Lisieux. In quel tripudio di luci, di “profumi”, di gioia c’era pure Padre Pio, che non si era mosso da S. Giovanni Rotondo. Lo vide molto bene don Orione, che –però- sottolineava: “Ma Padre Pio scompariva ogni volta che io mi avvicinavo a lui”.
La ferita d’amore
Se il dono della bilocazione si avverò nell’occasione della beatificazione e della canonizzazione di santa Teresa di Lisieux il motivo è che Padre Pio da Pietralcina fu grande ammiratore, nonché molto devoto della santa di Lisieux ed ebbe alcune esperienze spirituali identiche, come per esempio “la ferita d’amore interiore”. Pochi giorni dopo l’Atto di offerta all’Amore misericordioso, compiuto il giorno della santissima Trinità (9 giugno 1895), Teresa –il venerdì seguente: 14 giugno 1895- è nel coro per compiere il pio esercizio della via crucis. All’improvviso è così presa da un violento amore per il buon Dio, che crede di essere sommersa in un globo di fiamme: “Bruciavo d’amore e sentivo che non avrei potuto sopportare questa fiamma un momento, un secondo di più, senza morire”. Nell’epistolario di Padre Pio, vol. I: Corrispondenza con i direttori epistolari (1910-1922), il cappuccino descrive l’identico fenomeno vissuto pure da lui e con le stesse parole usate da Teresa. Nella lettera spedita da Pietrelcina, il 26 agosto 1912, scrive infatti al pedre Agostino da S. Marco in Lamis (1880-1963), suo ex professore di teologia e poi superiore locale e ministro provinciale: “Babbo carissimo, […] sentite poi cosa mi accadde venerdì scorso ( 23 agosto 1912). Me ne stavo in chiesa a farmene il rendimento di grazie per la messa, quando a un tratto mi sentii ferire il cuore da un dardo di fuoco sì vivo e ardente, che credetti morirne”. “Mi mancano le parole adatte per far comprendervi l’intensità di questa fiamma: sono affatto impotente a potermi esprimere. Ci credete? L’anima, vittima di queste consolazioni, diventa muta. Mi sembrava che una forza invisibile m’immergesse tutto quanto nel fuoco. […] Dio mio, che fuoco! Quale dolcezza! […] Oh che bella cosa divenir vittima d’amore. […] Non crediate però che barbablù (il demonio) mi lasci in pace; sono tali i tormenti che va infliggendo al mio corpo, che li lascio immaginare a voi dalle consolazioni divine alle quali va soggetta l’anima mia. Ma viva sempre il dolcissimo Gesù, che mi dà tanta forza, da poter deridere in viso quel cosaccio. […]
Il trastullo di Gesù Bambino
Ma più avanza nella mistica, sempre di più Padre Pio sente il bisogno della pratica dell’umiltà. Al pari di Teresa vuole essere il trastullo di Gesù Bambino. Infatti, facendo eco a santa Teresa di Lisieux, Padre Pio scrive: ”Io sono il trastullo di Gesù Bambino, come lui spesso mi ripete; ma, quello che è peggio, Gesù ha scelto un balocco di nessun valore. Mi dispiace solo che questo balocco da lui prescelto imbratta le sue divine manine. Mi dice il pensiero che qualche giorno mi butterà in un fosso per non più scherzarvi. Ne godrò, non merito altro che questo.” Di qui il passaggio all’abbandono è parte integrale dellla “piccola via” praticata e proposta da Teresa di Lisieux alle piccole anime. Padre Pio è un’anima piccola, orientata verso la spiritualità dell’infanzia spitituale. “Chi non accoglie il Regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso” (Mc 10,15). Chi più umile e semplice di Padre Pio?
Giuseppe Fasoli

(Da Studi Cattolici n. 461/62 – luglio/agosto 1999)